Usa: la lobby filocinese dell'ex segretaria ai Trasporti di Trump infiamma la campagna elettorale

2022-09-11 22:25:03 By : Ms. Linda Yin

L'ostilità tra i due leader repubblicani, originata dalle polemiche in merito alla legittimità delle elezioni presidenziali del 2020, si è riaccesa lo scorso fine settimana

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader dei Repubblicani al Senato, Mitch McConnell, sono protagonisti in questi giorni di un duro scontro pubblico, che l’ex inquilino della Casa Bianca ha sfruttato per riaccendere i riflettori su un cavallo di battaglia del suo repertorio politico: il contrasto all’influenza esercitata dalla Cina negli Stati Uniti, e a Washington in particolare. L’ostilità tra i due leader repubblicani, originata dalle polemiche in merito alla legittimità delle elezioni presidenziali del 2020, si è riaccesa lo scorso fine settimana, in vista delle elezioni di medio termine del prossimo novembre che vedono i conservatori in crescente difficoltà nei sondaggi, pur essendo partiti nei mesi scorsi da grandi favoriti. Con una stilettata indiretta a Trump, vero “dominus” delle primarie repubblicane delle scorse settimane, McConnell ha affermato pubblicamente che i grattacapi elettorali del Partito repubblicano derivano dal profilo insoddisfacente dei suoi candidati. L’ex presidente ha replicato con durezza, chiamando in causa le relazioni d’affari con la Cina di McConnell e della moglie, l’ex segretaria dei Trasporti Elaine Chao, nominata per quel ruolo dallo stesso Trump, che orbitano attorno alla compagnia di spedizioni marittime della famiglia di quest’ultima, Foremost Group. Ieri Trump ha rincarato la dose, definendo McConnell “un pupazzo del Partito democratico” e chiedendo che i Repubblicani nominino “immediatamente” un nuovo leader al Senato. Le accuse di Trump ai McConnell, derubricate dalla maggior parte dei media statunitensi come un tentativo dell’ex presidente di sviare l’attenzione dalle sue grane giudiziarie, fanno però riferimento a concreti elementi di perplessità in merito agli affari personali e familiari dei McConnell.

In un lungo articolo pubblicato ieri, il quotidiano online di orientamento conservatore “The Federalist” accusa proprio il senatore repubblicano di essersi “arricchito per decenni con la Cina” assieme alla moglie, arrivando quasi a parafrasare l’ex presidente. Secondo il quotidiano, l’ex presidente “ha pienamente ragione” nel puntare l’indice contro i presunti conflitti di interessi del leader della minoranza al Senato. “The Federalist” afferma che McConnell e la moglie “hanno mantenuto per decenni un plateale conflitto di interessi, conducendo vasti affari di Stato nonostante i profondi legami della famiglia Chao con la Cina attraverso una compagnia di spedizioni marittime”; il quotidiano accusa inoltre Washington di “mantenere il silenzio” in merito a tali problematiche commistioni tra affari pubblici e privati, che hanno interessato una molteplicità di politici, funzionari e figure pubbliche di alto profilo, non ultimo Hunter Biden, figlio del presidente Joe.

Secondo il quotidiano conservatore, McConnell e Chao hanno mantenuto per decenni una “relazione simbiotica” con la compagnia di spedizioni posseduta dalla famiglia di quest’ultima, Foremost Group, che “opera in gran parte in e a beneficio della Cina comunista”. Si tratta, afferma “The Federalist”, di un rapporto di interessi “ben documentato, ma che contrariamente a quanto accade per Hunter Biden riceve meno attenzione dagli osservatori, inclusi quelli a destra”. Il quotidiano conservatore cita il saggio del 2018 “Secret Empires: How the American Political Class Hides Corruption and Enriches Family and Friends”, che evidenzia come McConnell fosse uno tra i politici Usa più critici della Cina prima del 1994. Quell’anno, il senatore si recò in Cina per un viaggio sponsorizzato da uno dei maggiori contractor delle forze armate cinesi, il colosso di Stato della cantieristica China State Shipbuilding Corp. (Cssc). Durante il viaggio, organizzato su invito del suocero James Chao, McConnell incontrò persino l’allora presidente cinese, Jiang Zemin, che di James Chao era stato compagno di classe.

Foremost Group, la compagnia di spedizioni marittime dei Chao, ha ufficialmente sede a New York, ma opera per la maggior parte in Cina, dove consegna almeno il 70 per cento dei carichi, perlopiù industriali. Secondo “The Federalist”, non soltanto la maggior parte della flotta di navi di Foremost è realizzata in cantieri di proprietà dello Stato cinese, ma in parte è frutto di finanziamenti del Partito comunista cinese. Le navi “vengono poi utilizzate per trasportare carichi definiti in contratti col governo comunista, che ha chiaramente affermato l’obiettivo di espandere rapidamente le proprie industrie per competere con gli Stati Uniti”. Foremost e la famiglia Chao “hanno beneficiato di prestiti per un importo stimato da 350mila a un milione di dollari concessi dal governo Usa”, e al contempo di prestiti “da banche cinesi identificate dall’amministrazione Trump come minacce” per la sicurezza nazionale.

Come ricordato dal quotidiano, il padre e la sorella dell’ex segretaria Chao, che amministrano tuttora Foremost nelle vesti di presidente e amministratrice delegata, hanno seduto entrambi in passato nel consiglio di amministrazione di una controllata della succitata China State Shipbuilding Corp. E nonostante il duro scontro frontale intrapreso dall’amministrazione Trump con la Cina sul fronte economico e commerciale, durante il quadriennio dell’ex presidente alla Casa Bianca Foremost ha acquistato dieci nuove navi da cantieri di Stato cinesi, aumentando la capacità della sua flotta di oltre il 40 per cento, proprio mentre la moglie di McConnell serviva come segretaria dei Trasporti Usa.

Secondo “The Federalist”, a beneficiare finanziariamente dall’ascesa della Cina non sono solo le famiglie di McConnell e Chao, ma i due politici in prima persona: nel 2008, appena un anno dopo l’ingresso del padre di Elaine Chao in Cssc Holdings, McConnell ricevette dal suocero un “regalo” di importo compreso tra cinque e 25 milioni di dollari. Come riferito da “Politico”, tale munifica donazione accrebbe significativamente il patrimonio netto di McConnell, che ammontava a circa 3,1 milioni di dollari nel 2004, e nel 2014 aveva già raggiunto una cifra imprecisata compresa tra 9,2 a 36,5 milioni di dollari. Diversi membri della famiglia Chao, inclusa la sorella di Elaine, hanno inoltre contribuito più volte alle campagne di rielezione del senatore repubblicano con donazioni superiori a un milione di dollari: in altre parole – scrive “The Federalist” – “il fondatore di un ramo ufficioso della Marina del principale avversario degli Stati Uniti sta aiutando McConnell a mantenere la sua posizione di leadership negli Usa”.

La famiglia Chao si sarebbe inoltre arricchita utilizzando il suo accesso privilegiato a McConnell come moneta di scambio: nonostante i funzionari pubblici, come la stessa Elaine Chao tra il 2017 e il 2021, non possano per legge approfittare del loro status per favorire amici e familiari, l’ex segretaria ha più volte pubblicizzato gli sforzi finanziari della sua famiglia, comparendo decine di volte a fianco del padre nelle televisioni statunitensi e cinesi durante il suo mandato da segretaria dei Trasporti, anche se mai in veste apertamente istituzionale, e magnificando Foremost e le attività dirigenziali dei suoi più stretti familiari. Come riferito in un’occasione dal quotidiano “The Hill”, in almeno una delle sue interviste televisive, alle spalle di Elaine Chao campeggiavano il vessillo del dipartimento dei Trasporti e quello del Kentucky, lo Stato di McConnell. “The Federalist” riferisce inoltre che da segretaria, Chao ha fatto da tramite per incontri personali tra il padre e l’allora presidente Trump.

Nonostante queste fattispecie apparentemente plateali di conflitto d’interessi, la commissione per la Supervisione e la riforma della Camera dei rappresentanti si interessò a McConnell e Chao solo nel 2017, quando inviò una lettera all’allora segretaria chiedendole di spiegare le sue uscite pubbliche promozionali in favore della compagnia di famiglia. Nel 2021, mesi dopo essersi dimessa da segretaria in polemica con Trump sull’assalto al Congresso del 6 gennaio, l’Ufficio dell’ispettore generale del dipartimento dei Trasporti pubblicò un tardivo rapporto, confermando che Chao “ha utilizzato la sua posizione ufficiale e le risorse dei contribuenti per beneficiare sé stessa e la sua famiglia”. L’Ufficio trasmise prove di illeciti al dipartimento di Giustizia, ma nel frattempo alla Casa Bianca si era insediato Joe Biden; e Chao, da segretaria dei Trasporti di Trump, si era posizionata come una tra i suoi più espliciti detrattori. Sotto la guida della nuova amministrazione, né il dipartimento di Giustizia né alcuna altra agenzia federale hanno deciso di avviare procedimenti a carico dell’ex segretaria. Quest’ultima, pur non rivestendo più incarichi ufficiali nel governo federale, “resta un attore importante a Washington”, tramite il suo nuovo ruolo nel consiglio di amministrazione dello Smithsonian Asian Pacific American Center. McConnell, d’altro canto, è tuttora il repubblicano di più alto rango al Congresso: “Che piaccia o no agli elettori – conclude “The Federalist” – proprio McConnell determinerà probabilmente i passi che il Congresso assumerà per tenere le mani della Cina fuori dal governo degli Stati Uniti”.

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