Il Filo – notizie dal Mugello » I sostegni alle piante

2022-07-02 13:14:51 By : Ms. Anna Wang

MUGELLO – Gli ortaggi estivi ormai sono cresciuti: bisogna mettere i sostegni a tutti gli ortaggi rampicanti. Diversi ortaggi da frutto come pomodori, peperoni e melanzane stanno per fruttificare quindi chi non lo ha ancora fatto deve predisporre dei sostegni che evitino che il peso dei frutti spezzi il fusto della pianta. Molto importante quindi è costruire una struttura che li sostenga, permettendo di crescere in altezza. L’impalcatura di tutori per i pomodori deve essere progettata per garantire stabilità e robustezza nel tempo, e per offrire alla pianta la possibilità di crescere secondo il proprio portamento, regalando frutti integri e sani. La pianta di pomodoro non è una specie rampicante, in grado di aggrapparsi da sola, per cui oltre a predisporre il supporto bisogna periodicamente ricordarsi di legarla ai sostegni. Ci sono diversi modi in cui possiamo sorreggere le nostre piante, basta girare per orti per incontrare svariate e a volte fantasiose soluzioni. La scelta della struttura è fondamentale affinché luce ed aria vengano meglio distribuiti lungo tutta la pianta, ed i frutti raccolti risultino integri e meno esposti ai parassiti. Nella fase di scelta, si deve valutare il tipo di crescita della pianta di pomodoro che si vuole coltivare, questo dipende dalla varietà. Nei pomodori a crescita determinata la pianta cresce fino ad una determinata altezza, pertanto può essere sufficiente adottare un semplice sostegno verticale (palo) non di eccessiva altezza, invece in quelli a crescita indeterminata la pianta, se non potata, cresce continuamente ad ha pertanto bisogno di più spazio e di una struttura che la sorregga in altezza. Scopriamo quali sono i tipi di supporti più usati per dare al pomodoro un sostegno adeguato e come legare il fusto durante la coltivazione.

Palo portante verticale o canna è il metodo più semplice: un palo piantato in verticale a cui legare il fusto principale. Tra i sostegni verticali che possono essere usati nell’orto, ci sono i tutori in bambù, in legno o in pvc. Tutti svolgono egregiamente il loro compito, il pvc resiste molto di più alle intemperie, ma non è certo una scelta “bio” da integrare nell’orto domestico. Legno e bambù sono materiali rinnovabili e di facile reperibilità, per cui consigliati. Oltretutto sono anche disponibili in natura senza doverli acquistare. I tutori possono essere posti in filari, o piantati per ogni singola pianta. L’importante è piantare i tutori prima di trapiantare le giovani piantine; in caso contrario, infilando il palo nel terreno e a ridosso della pianta, si rischia di danneggiare le giovani radici stressando inutilmente la pianta. Solitamente i tutori singoli sono adatti per piante a crescita determinata, per evitare che il peso eccessivo di piante molto alte, o eccessivamente fruttifere, possa portare la pianta a danneggiarsi irrimediabilmente, data la poca stabilità.

Struttura a tenda: se coltiviamo più piante di pomodoro possiamo decidere di rafforzare il sostegno collegando tra loro i pali di ogni pianta. In questo caso basta legare i pali due a due, replicare questa struttura per tutta la lunghezza del filare, irrobustendo i pali tra loro con uno trasversale, legato alla sommità. Si tratta di un metodo rapido e facile da costruire e rispetto al palo verticale garantisce maggiore resistenza e solidità.

Metodo del filo: in questo caso le piante, anziché essere ancorate ad un palo o ad una rete, saranno “attorcigliate” lungo un filo fatto calare dall’alto, legato al filo superiore. Si piantano due pali alle estremità del filare e si tende un cavo tra i due pali, alto da terra almeno 2 metri. Il filo deve essere di ferro robusto (almeno 2mm di spessore), meglio ancora se rivestito in pvc. I due pali vengono ulteriormente ancorati a terra con dei tiranti, successivamente picchettati nel terreno. Quando le piantine saranno cresciute arrivando all’altezza di 15/20 cm, sarà sufficiente annodare un filo di canapa o plastica e farlo scendere dal filo di ferro tirato tra i due pali. Il filo va successivamente annodato alla base della piantina, e va successivamente attorcigliato lungo il fusto della pianta stessa. Con questo metodo non sono previste legature che possono provocare strozzature sul fusto durante la crescita e la struttura è molto più elastica quindi più resistente al vento forte. In tutti i metodi l’importate è ricordarsi ogni 10 giorni di legare al sostegno o attorcigliare al filo le piante. Nel caso delle legature non dobbiamo stringere troppo il fusto della pianta.

a cura di Lorenzo Franchini e Leonardo Paoli – Agraria Mugello © Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 giugno 2022

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